Prospettive settimanali | Reazioni del mercato alle tensioni geopolitiche, alle decisioni delle banche centrali e ai principali dati economici
Dati fondamentali:
La scorsa settimana il CAD ha dominato il mercato forex, con la coppia di valute CADCHF che ha registrato la performance migliore, guadagnando +1,45% grazie all’aumento dei rendimenti obbligazionari canadesi, in particolare del rendimento a 10 anni, salito di 5,8 punti base al 3,5%. Ciò è stato alimentato da una proposta di stimolo fiscale canadese e dalla riduzione delle aspettative di un taglio significativo dei tassi da parte della BoC. Anche l’attenzione della BNS per la bassa inflazione ha sostenuto il CAD. Al contrario, l’euro è stata la valuta più debole, con EURCAD che ha perso l’1,85% a causa di dati PMI più deboli del previsto in tutta l’Eurozona. Per quanto riguarda le materie prime, XAUUSD è salito a 2.710 dollari per oncia, sostenuto dalla domanda di beni rifugio in seguito all’escalation delle tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia. Vale la pena notare che i mercati delle criptovalute rimangono forti in generale e che il sentimento di rischio positivo contribuisce a far salire anche le azioni.
Eventi importanti della settimana:
Tasso d’interesse neozelandese – mercoledì 26 novembre 2024 alle ore 02:00 CET verrà pubblicato il dato ufficiale del tasso di liquidità neozelandese, previsto al 4,25%. La Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il tasso ufficiale di liquidità (OCR) di 50 punti base al 4,75% durante la riunione politica di ottobre 2024, segnando il secondo taglio consecutivo dei tassi e allineandosi alle aspettative del mercato.
La scorsa settimana il NZDUSD ha rotto il supporto chiave del grafico giornaliero a 0,5850, sotto la pressione delle aspettative di taglio dei tassi della RBNZ (50 punti base) e di un PMI dei servizi USA Flash più forte del previsto (57,0 contro 55,2 previsto), che ha favorito la forza del dollaro. Se il breakout regge, gli orsi potrebbero puntare a 0,5520.
US Core PCE MoM – il 27 novembre 2024, alle 02:00 CET, è prevista la pubblicazione dell’indice dei prezzi PCE Core m/m, con una previsione dello 0,3%. Questo dato segue l’aumento dello 0,3% di settembre, il maggiore in cinque mesi, dopo l’aumento dello 0,2% rivisto al rialzo di agosto, allineandosi alle aspettative del mercato.
La scorsa settimana l’EURUSD ha rotto il supporto chiave del grafico settimanale a 1,0450, spinto dai deboli dati PMI dell’Eurozona, dall’ampia forza del dollaro, dalle tensioni geopolitiche e dalle incertezze politiche che amplificano i rischi sovrani. Se il breakout regge, gli orsi potrebbero puntare a 0,9930; un’inversione di tendenza potrebbe vedere i tori puntare a 1,0620, con movimenti che dipendono dall’IPC preliminare tedesco (28 novembre), dal PCE core statunitense e dall’escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina che pesano sull’euro.
Oro (XAUUSD) – L’oro ha esteso la sua ripresa nonostante l’impennata del dollaro, che ha toccato i massimi di due anni, sostenuto dal calo dei rendimenti del Tesoro USA (il biennale è sceso di 3,8 punti base al 4,2%, il decennale è sceso di 5 punti base al 4,4%) e dalla domanda di beni rifugio in seguito all’escalation delle tensioni geopolitiche, tra cui l’attacco missilistico dell’Ucraina e la ritorsione ipersonica della Russia con nuove minacce nucleari.
XAUUSD ha rotto la resistenza 4H a USD 2.710, spinto dalla domanda di beni rifugio in seguito al primo attacco dell’Ucraina alla Russia e alla ripresa dalle perdite post-elettorali. Se il breakout regge, i tori potrebbero puntare a 2.820 dollari; se fallisce, gli orsi potrebbero puntare a 2.670 dollari, con un’azione dei prezzi influenzata dall’escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina che alimenta i flussi di beni rifugio.